E non volendo stare con detti suoi figliuoli, gli lascia letto, padiglione, lenzuoli, camicie, sciugatoi, e pannamenti lini ad arbitrio suo, e che questo arbitrio s’intenda tanto circa alla qualità quanto circa alla quantità; cioè che di tutte queste cose possa pigliare quella quantità che ad esso parerà, e di che sorta vorrà. Grava ancora la signora sua madre, come tutrice dei suoi figliuoli, che le piaccia fare tutti i perdoni che corrono in un anno, e che se le debbano di più far dire le messe per tutti gli altari che cavano le anime del purgatorio, e subito le messe di San Gregorio con le cento messe appresso. E questo disse volere che sia il suo ultimo conticello e volontà, la quale vuole con voglia in ogni miglior modo.
«Presenti messer Tommaso Aldobrandini, messer Francesco Scanfartoni, messer Antonio Cocchi, Bastiano Caccini, Monte, Zaffei ed io Vincenzo Rampini provveditore.
«Messer Jacopo Margani, il quale essendosi reso in colpa dei suoi peccati e fatta la debita confessione pregando nostro Signore che gli die fortezza nell’estremo punto della morte, disse perdonare a tutti quelli che l’avessero offeso; come ancora desiderava che fosse perdonato a lui. E non volendo morire senza fare menzione di alcune sue cose disse non avere da dire cosa alcuna e fece fine.
«La mattina all’ora solita si partirono processionalmente di Torre di Nona e andarono in Ponte, dove furono decapitati. Nostro Signore Iddio sia stato quello gli abbia dato luogo di riposo.
«La sera all’ora solita si portò da Santo Celso alla Compagnia di detto messer Iacopo ed a ore XXIV fu portato in Araceli dove fu sotterrato.
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