Gli uomini mascherati non erano gente col volto coperto di una semplice maschera, ma vestiti proprio da arlecchini, pulcinelli, ecc. e aiutavano in quel costume il boia a compire le sue opere.
L’abate Placido Eustacchio Ghezzi, che nacque nel primo ventennio della seconda metà del secolo XVII - la data non è precisata - cessò di vivere nel 1740, appartenne all’Arciconfraternita - tuttora sussistente nella chiesa detta di Santa Maria degli Agonizzanti a piazza Pasquino - lasciò scritto un Diario autografo, posseduto ora dalla Biblioteca della Chiesa di Sant’Agostino nel quale sono menzionate e in parte descritte le 210 esecuzioni che ebbero luogo dal 1674 al 1739. Questo Diario è intitolato precisamente così:
Libro di tutte le Giustizie eseguite in Roma dall’anno 1674
à tutto l’anno 1739 con di più tutto quello che è sucesso di notabile nelli giorni
che sono state eseguite; registrate dall’Abbte.
Placido Eustachio Ghezzi, Confratello
della Venerabile Arciconfraternita della SS. Natività di N. S. Gesù Cristo degli Agonizzanti
di Roma
Principiando dal tempo di Papa Clemente
X dal quale ottenne la sudd. Arciconfraternitail Breve di esporre il SS. ogni volta
che si eseguiva le predette giustizie con indulgenza.
Qui giova avvertire che i condannati, recandosi al patibolo, passavano di consueto innanzi alla Chiesa degli Agonizzanti e soffermavansi alquanto per adorare il SS. Sacramento. Alla porta della Chiesa si affiggeva una tabella col nome del condannato e l’indicazione del delitto. Appena finita l’esecuzione si spegnevano i lumi, si riponeva il Sacramento, e toglievasi la tabella.
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