I due birri uscivano, promettendo di tornar tosto colla lettera di monsignor Governatore. Il carceriere voltosi al Tonelli, gli disse:
- È necessario prepararsi alla partenza.
- Sono pronto.
- Abbiate pazienza, ma devo ammanettarvi. È un incomodo che durerà poco e val bene il prezzo della libertà, che ricupererete al confine.
Il delinquente sporse le mani.
Il carceriere gliele legò solidamente in modo che non potesse svincolarsi.
Passò tutta la notte e i birri non si fecero più vedere. Il Tonelli, incominciava a comprendere qual sorte l’attendesse e cadde in preda all’avvilimento. Il mattino seguente, il carceriere, dopo essersi bene assicurato che il prigioniero era reso all’impotenza assoluta, gli annunziò che doveva essere impiccato, e quegli si mostrò rassegnato.
Ma frattanto era accaduto un caso ben singolare.
La sera innanzi mentre doveva rizzarsi il patibolo, non si trovarono più, né il carnefice, né il suo aiutante.
Cercali di qua, cercali di là, non fu dato rinvenirli.
La moglie del boia si presentò allora a monsignor Fiscale e dichiarò d’esser disposta ad adempiere le funzioni di suo marito, il quale, non essendo stato precisamente avvertito, s’era forse allontanato da Roma, per qualche improvviso affare.
Forse le minaccie del Tonelli v’entravano per qualche cosa.
Monsignor Fiscale, per quanto gli sembrasse la cosa anormale, acconsentì che la moglie del carnefice facesse i suoi preparativi per l’esecuzione. Sperava che prima di giorno le indagini ordinate per trovare il boia, sarebbero riuscite.
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