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      Nel secondo caso per avere una confessione di sua bocca; nel primo alfinché confermi tra i tormenti, ciò che ha confessato negli interrogatorii ciò imponendo la legge per lo accertamento della verità. E trattandosi di semplice conferma i tormenti sono più brevi e più miti.
      Si spoglia l’imputato, non lasciandogli di tutti i suoi indumenti che i calzoni. Il bargello aiutato dagli sbirri, gli prende la mano sinistra e gli volge dolcemente il braccio dietro il dorso, mentre colla destra gli palpeggia la spalla manca all’articolazione, come per avvezzare la giuntura al movimento che le si fa fare. Quindi si fa mettere il piede sinistro del torturando contro il muro, in modo che possa sostenersi senz’essere fatto a brani se lo si spingesse con soverchia violenza. Un birro prende allora il braccio destro del paziente e lo mantiene nella posizione in cui l’ha messo il bargello, mentre il bargello stesso avendogli fatto stendere il braccio dalla sua parte lo avverte di abbandonarvisi completamente e maneggiando ancora l’articolazione della spalla sinistra, prende colla propria destra la destra del torturando e gli rovescia d’un tratto il braccio indietro.
      È qui che si chiarisce l’abilità del bargello, perché se le braccia del paziente vengono rivoltate con saggio accorgimento soffre meno e non corre il pericolo di rimanere storpiato.
      Rivoltate le braccia sul dorso, il bargello gli lega insieme i due pugni, fra la mano e l’articolazione dell’avambraccio. Si adopera a quest’uopo una legatura fortissima e morbida ad un tempo, composta di parecchi grossi fili, o di tre piccole cordicelle flessibilissime avviluppate in un involucro di pelle tenera e pieghevole, che formano una corda di nove o dieci linee di diametro; poi attaccata all’anello che ha formato con questa legatura la corda grossa, destinata a tener sospeso in aria il paziente, abbraccia questo a mezzo le coscie e lo solleva, mentre gli sbirri tirano la grossa fune passata sopra una puleggia infissa sul soffitto e lo abbandonano nel vuoto, colla maggior delicatezza possibile, affinché riesca meno doloroso il dislocamento delle spalle e non ci sia pericolo di storpiarlo.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
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