Se ne trova uno nel libro delle Simbolicae questiones de universo genere di Achille Bocchi, 1555, libro I, Symb. XVIII. Magnanimus sanctis paret vir legib. ultro, e ne citiamo altre anteriori, una di Giorgio Pentz, morto nel 1550, ed altra di Federico Aldegrave o Aldegraver con data 1553, le quali rappresentano il supplizio del figliuolo di Tito Manlio.
Molto più delle incisioni valgono per altro le memorie scritte, e noi abbiamo memoria certa di un ghigliottinato in Italia nel 1507. Fu questi Demetrio Giustiniani, di Genova, mandato a morte da Luigi XII re di Francia.
Il supplizio di costui ci viene descritto nei più chiari termini dal cronista francese Jean D’Anton, che lo vide, secondo dice egli stesso, scrivendo: qui lors étois au dit lieu.
Ecco la descrizione:
«Ma avvenne che all’indomani, che fu proprio il giorno dell’Ascensione di N. S. in punto alle ore 9 del mattino fu dai Marescialli condotto sino alla Piazza del Moro e fatto salire sul palco d’onde volle parlare, per dire alcun che al popolo di Genova, incominciando un racconto. Il Prevosto non volle dargli il tempo di finirlo. Demetrio capacitatosi che gli sarebbe stato impossibile di farsi udire, mandò un grande sospiro, ed alzando gli occhi, colla faccia pallida e sparuta, le braccia consente al seno stette così parecchio tempo, intanto il boia gli bendava gli occhi. Quindi si pose da se stesso in ginochio e stese il collo sul ceppo. Il carnefice prese una corda alla quale era attaccato un grosso blocco di legno, munito di una mannia, scorrente fra due pali.
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