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COME VENNE UNO UCCELLO IN SULLA NAVEE FAVELLÒ CON SAN BRANDANO
Or, come egli ebbe dette queste parole, e si pone a sedere e guata questi uccelli, e uno di questi uccelli si parte dagli altri e volando le sue alie sonava a modo d'una campana, e così volando e sonando venne inverso dell'abate questo uccello e sì ssi puose in sulla punta della nave e comincia a distendere l'alie per grande allegrezza, tuttavia guardando l'abate con allegro [vi]so.
E 'l santo padre cognosce ad[e]sso che Iddio si ricordava di lui e della sua orazione. E stando l'uccello per questo modo, lo santo padre gli favellò, e disse: "Dimmi se se' messo di Dio o chi tu sse' e onde tu sse' e perché quegli altri uccelli sono cotanto insieme". E l'uccello gli rispuose in questo modo: "O servo di Dio, noi siamo di quella grande compagnia che caddono di cielo con quello agnolo Lucifero lo quale è nimico dell'umana generazione, noi non peccammo per noi, ma per consentimento, e per questo non siamo dove noi fumo creati, anzi siamo cacciati di fuori con quelli che peccarono gravemente. E perché noi non abbiamo quel grave peccato che ànno gli altri, Iddio nostro signore, lo quale è giusto e verace pe lla sua misericordia e pe lla sua giustizia e vendetta sì ci à lasciati in questo luogo per insino alla sua volontà; ben è vero che noi non sostegnàno niuna pena, e pe lla possanza di Dio noi possiamo vedere l'uomo. E ancora ci à Iddio partiti dalla compagnia di quegli e' quali non si vollono mai rendere in colpa, anzi stanno fermi nella loro malizia, e noi andiamo raminghi di qua e di là per diverse parti dell'aria, sotto lo fermamento, [e] della terra, sì come fanno gli altri spiriti, ma nno' per gli santi dì solenni, noi riceviamo tal corpo come tu vedi, e stiamo qua e là come piace a Dio nostro signore.
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