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      Sorvegliata rigorosamente non m'era mai riuscito di trattenermi con lui a lungo, quando fortuna volle che mio padre dovè recarsi a corte per una festa, e condusse seco la moglie.
      Arturo profittò di questa propizia occasione per recarsi da me. Io fui al colmo della gioia, gioia che nessuno può capire, altri che colui che ha amato.
      Dopo di esserci scambiati un diluvio di domande e risposte, gli dissi:
      - Perchè, Arturo, voi siete sempre in preda alla malinconia? Perchè siete sempre taciturno? D'onde nasce la vostra tristezza? Narratemi le vostre pene, i vostri dolori. Siate sincero. Se potrò aspergere le vostre piaghe di un balsamo efficace, non mi potrò riguardare per la donna più felice dell'universo?
      - Le vostre parole mi scendono soavi al cuore come una dolce melodia; ma non possono recarmi conforto veruno.
      - Perchè Arturo?... Non vogliate privarmi de' vostri segreti. Versate la piena de' vostri affanni, e se non potrò lenirli; vi compiangerò!... Anche io vedete soffro!... oh! soffro molto!... Ebbene, nella vicendevole confidenza potremo trovare un sollievo alle nostre angosce.
      - Sappiate, mia cara Maria, che sono nato sotto una stella maligna. Sono figlio unico; mio padre, impiegato regio, non ha mai goduto d'un avanzamento; perchè? Perchè egli pensa come dovrebbe pensare ogni italiano. - Io mi trovo vestito di questa divisa che odio, che aborro, perchè divisa di schiavo, perchè servo chi dovrei maledire, perchè questa divisa, Maria, mi qualifica satellite d'un tiranno, d'un oppressore d'Italia a cui io darei quanto ho di più caro, di più sacro.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





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