- Maria! urlò il povero malato. - Maria! che..., non potè più proseguire, che un nodo di tosse lo interruppe.
Io non aveva lasciato il tempo alla buona madre di tornare a me, che già era volata al letto dell'infermo.
- Tu qui egregia fanciulla? tu non mi hai dimenticato? grande Iddio! se devo morire, moio contento ora!
La gioia inaspettata l'aveva privato di forza. Ci volle alquanti minuti per calmare l'agitazione di cui era in preda: allora gli narrai la mia storia.
- Se avessi la mia salute d'una volta, Maria, ti giuro che non saresti sacrificata all'esigenze d'un padre snaturato. T'avrei rapita, t'avrei salvata. Ma, vedi, io sono per lasciare questa vita, da cui sperava una immensa felicità, e...
Una pioggia dì lacrime lo interruppe.
Si rivolse a sua madre, la fece appressare, le prese una mano, e con dolcezza di paradiso, continuò:
- Madre mia, questa giovine ha perduto quanto aveva di più caro, la madre. È figlia del colonnello M..., di colui che mi ha ucciso. Vegliate su di essa!
La povera donna mi gettò le braccia al collo, e mescolò alle mie le sue lacrime.
Senonchè avanzatasi l'ora, pensai di congedarmi, promettendo ad Arturo che tutte le sere sarei venuta a visitarlo.
Infatti non mancai mai alle mie promesse. In casa mia tutto procedeva in regola; nessuno aveva trapelato quanto io faceva. Mio padre, come è da immaginarsi, si dava poca cura della propria casa. Il dolore della perdita della sua compagna, fu passeggiero. Erasi dato in balia di nuovi amori, e di scandalose avventure.
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Iddio Maria Arturo Maria
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