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      La rabbia e il livore si erano troppo impossessati di me, per poterli signoreggiare.
      In conseguenza di ciò, un giorno andai da mia zia, e le dissi, che se volevami più sommessa, esigeva da lei essere istrutta del mio avvenire. - Mia zia mi diede risposte evasive, sicchè nulla potei sapere. - Delusa nei miei tentativi, evocava dal fondo dell'anima tutto il coraggio che possedeva, e rivolto il pensiero a Dio cercai quella consolazione che gli uomini mi contrastavano.
      Elisa mi era di molto sollievo. Anch'essa povera fanciulla era una vittima della superstizione. I suoi genitori condannarono due suoi fratelli a farsi preti, e due sorelle monache. Così quegli egoisti si privarono della consolazione di convivere con i quattro loro figli per restar soli, isolati e tristi.
      Ditemi ora ipocrite, bacchettone, baciapile, santocchie e simile marmaglia, se questo è seguire il vangelo, cui dite rispettare, ossivvero seguire la scuola di Satana? Io dico, e credo dire il vero, che voi sareste degne di essere, appunto per il vostro feroce bigottismo, condannate a subire il supplizio che infliggevasi dai Romani alle colpevoli Vestali.
     
      CAPITOLO VI.
     
      La vita del chiostro,
     
      Per non stancare il lettore non starò a dir come aumentassero in modo strabocchevole nella nostra Italia i conventi di monache, di suore e l'infinito proselitismo di queste sette. Io non gli metterò avanti una statistica di questa numerosa famiglia, che sotto il manto della religione predicata dall'uomo-Dio, commette i più nefandi sacrilegi, predica le più assurde teorie, sofismi ridicoli fuori di senso, adulterando così la vera ed unica dottrina lasciataci dal divino Legislatore.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





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