- Reverendo, parlate sul serio? gli dissi con tragica sostenutezza.
- Si, figliuola mia. Io sento per voi un amore che con parole non posso esprimervi.
- Ma voi date volta al cervello. Io non posso amarvi, perchè odio la vostra setta nemica del bene dell'umanità: e poi con quale scopo dovrei amarvi, se avete rinunciato al santo nodo del matrimonio soffocando con falsi sofismi le imperiose leggi della natura?
Avrei più detto; ma non volli subissare in un punto quanto andava mulinando di fare e mi contentai di rivolgere al prete attonito, un maligno sorriso.
- Io non intendo d'amarvi profanamente, intendo amarvi spiritualmente.
- Quest'amore, padre, mi è sconosciuto.
- Io parlo dell'amore santo, sublime; ideale. Voi non amate Gesù Cristo?
- Senza dubbio.
- Io propongo d'amarvi come voi amate Gesù Cristo.
- Ebbene, amatemi, che allora non vi è bisogno di esternarlo.
- Sì, perchè voi pure siete tenuta ad amarmi come Gesù Cristo ama voi, non esternandolo noi ne saremmo inscienti, e l'amore non può sussistere isolato.
- Vi confesso, o padre, che questa dottrina è al disopra della mia intelligenza. Piacciavi di spiegarmela. minutamente in iscritto, onde possa colla forza della memoria penetrarne gli arcani.
Il prete si chiamò soddisfatto e promisemi fare quanto desiderava. Egli era ben lungi da immaginare il mio progetto. D'altronde l'uomo acciecato dalla passione non ragiona più con lucidenza di mente: ma fassi trascinare là ove la passione stessa lo conduce.
Più presto che non credeva, ricevei dalle mani stesse del confessore la seguente lettera, che per intiero qui trascrivo.
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Gesù Cristo Gesù Cristo Gesù Cristo
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