Fanciulla mia dilettissima.
A quanto vi esposi verbalmente, d'amarvi cioè con tutte le forze dell'anima mia, di quell'amore che si tributa al nostro divin Redentore, aggiungo per quiete della vostra coscienza, che quest'affetto puro, innocente, innocuo, non solamente è giusto, ma necessario per la salvazione dell'anima vostra. Senza che voi, fanciulla mia, sareste perduta irreparabilmente, essendochè i vostri canoni stessi vi dicono che le penitenti debbono nutrire devozione, ubbidienza, e fiducia pe' loro confessori. - Voi pertanto siete tenuta ad amarmi e secondare i miei desideri, ed a dipendere unicamente da me in tutte le vostre operazioni. Trasgredendo, voi offendete la Divinità. In me solo dovete confidarvi; io devo essere il vostro tutto, capite bene, ogni vostro pensiero, ogni vostro segreto, ogni vostra azione deve essermi comunicata, onde coi miei consigli, attinti dallo Spirito Santo, possa con certezza tracciarvi la via scabrosa del paradiso.
Vi ripeto dunque, fanciulla carissima, di ubbidirmi ciecamente, anche senza capire il significato di quanto fate, perocchè la nostra Religione si pasce nei SS. Misteri, che nessun profano può, senza commettere grave peccato, scandagliare.
Nella speranza pertanto di godere la vostra fiducia, gli affetti del vostro cuore, e di chiamarmi possessore dell'anima vostra
Mi dico per tutta la vitaIl vostro DIRETTORE."
A questa lettura restai trasecolata. Più volte dimandai a me stessa se fosse un sogno o realtà quanto mi accadeva, tanto le mie facoltà n'erano sconcertate.
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