- Non è vero quanto dite. Voi avete fatto ciò per esser levata di convento. Dite la verità.
- Potrebbe darsi anche ciò.
- Vi persuadete aver fatto male, ciò che avete fatto?
- No.
- Come! non sareste pronta ad un atto di umiliazione, ad una ritrattazione infine?
- No.
- No? Ma via, fanciulla mia, per onore nostro, del convento, per rispetto alla nostra augusta religione, sottomettetevi a quanto sarò per dirvi.
- Giammai. - Anzi mi spiace non poterlo pubblicare per la stampa, onde far conoscere le infamie che sotto il manto della religione si commettono nei chiostri.
- Disgraziata! urlò l'abbadessa nel colmo dell'ira. Siete così cattiva e vi fate lecito di censurare le altrui azioni?
- Io sono cattiva qui, ma fuori di qui sono stata e sarei buona. Se Dio mi avesse serbato in vita la povera mamma, se mi avesse concesso un genitore affettuoso, e buoni parenti, vi dico, che sarei tale da non potermisi rinfacciare cosa veruna.
- Non discorrete tanto, pettegola che siete! Ascoltate i miei consigli, e siate pronta a ritrattarvi.
- Ciò non farò mai, risposi in tuono secco, e decisivo.
- Non vogliate stancare la mia pazienza, signorina, siate ubbidiente, altrimenti....
- Altrimenti?... soggiunsi, cosa mi fareste?
La zia mi si avventò addosso come una furia d'inferno, dicendomi: - Altrimenti ti strangolo.
A tale atto io retrocessi spaventata, e brandendo in alto una seggiola, gridai con voce repressa dall'ira "Indietro, o vi spezzo il cranio."
Ma quella donna, anzichè spaventarsi dalla mia minaccia, prese più ardimento e si scagliò con tanto furore su di me, che perdendo io l'equilibrio, rotolai per terra insieme alla seggiola.
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Dio
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