Spirati i tre giorni, mi si affollarono d'intorno per sapere ciò che aveva risoluto.
- Ho deciso vestir l'abito, risposi.
Non ebbi terminata la frase, che mille grida di gioia echeggiarono per le volte dei corridoi. Un correre, un chiamarsi a vicenda, un affaccendarsi... sembrava un finimondo.
- Vedi, diceva l'una, Dio l'ha ispirata!
- Il santo protettore del convento le ha toccato il cuore. - Ha fatto proprio un miracolo!
- Sì, un vero miracolo! ripeteva un'altra.
Questo schiamazzo giunse alle orecchie della badessa, la quale accorse sul luogo per accertarsi di quanto accadeva. Venne a me, mi abbracciò, mi condusse nella propria stanza, e in un attimo fece imbandire dolci, confetture e liquori, e fu fatto baldoria. La povera donna ciò faceva per animarmi, per infondermi coraggio. Io la compresi, ed aggradii il suo buon cuore. Tutto il giorno il convento fu in festa. Le campane suonarono, e tutti plaudirono alla vittima che si incamminava al sacrifizio.
È un fatto innegabile che l'umana schiatta ha per istinto la ferocia. Tu la vedrai applaudire nell'agonia d'un condannato: tu la vedrai commuoversi e accorrere là dove si consuma il supplizio d'un infelice.
Tostochè fu annunziato a mio padre la gradita nuova si recò immantinente al convento, e mi fu largo di promesse, di regali, di parole. Consegnò alla badessa il denaro per la festa (questa è a spese nostre). Disse che la vestizione sarebbe stata fatta con pompa solenne, ecc.
Giunse finalmente il giorno della mia vestizione. La chiesa addobbata magnificamente, le campane sonanti a festa, le dolci melodie dell'organo, gl'incensi, i profumi, la pompa delle processioni, il lusso dei sacri arredi, mi avevano rapito i sensi.
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Dio Dio
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