Il popolo era ricaduto nell'abbrutimento, tanto favoreggiato dai sacerdoti come mezzo potente per ottenere la sommessione assoluta e completa. del genere umano.
Di quando in quando, riceveva nuove di Celso dalle quali apprendeva che erasi stabilito in Genova, ed ivi aveva trovato una buona clientela, dalla quale ritraeva larghi profitti.
In pari tempo studiava tutte le uscite del convento.
Dall'organo era impossibile evadere, ritenendo le chiavi la superiora. La stessa difficoltà si presentava nel giardino, offrendo ostacoli insormontabili.
Tenni su ciò parola col noto abate**, al quale feci conoscere che l'unica sortita era quella di scavalcare una finestra che dava in un vicolo solitario, e mi era facile penetrare nella stanza ove era questa finestra, perchè quivi tenevansi delle legna e fascine. L'unica difficoltà era quella di gettarsi dalla finestra in istrada. Soggiunsi, che io mi sarei trovata all'appuntamento quando egli avesse trovato il modo di farmi scalare la finestra. Il buon abate aveami promesso darsi egli cura di tutto ciò. - Non mancai di fargli anche osservare che questo tentativo era più sicuro di quello passato, per la ragione che io affacciandomi alla finestra, poteva vedere, prima di azzardare a discendere, se n'era sicura. Se qualche difficoltà fosse venuta a sturbare i nostri progetti, avremmo differito ad altra circostanza la fuga.
Il concerto era preso. Aspettavamo che Celso ci avesse dato ordine di mandarlo ad effetto.
CAPITOLO XV.
Nuova fuga.
Una mattina mentre mi divertiva a leggere un libro prezioso - Le Confessioni di S. Agostino, - improvvisamente mi veggo comparire il cardinale.
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