Affezionato sempre agli antichi padroni, si logora la vita dalla rabbia e dal corruccio nel vedere prosperare questa nostra bella Italia. Evita l'incontro con Celso, e non mostra piacere nè desiderio di vedere la sua figlia Maria.
La sorella di Maria è felice con suo marito.
Spesse volte Celso e sua moglie si recano a visitare le ceneri del loro povero amico... dello sventurato Arturo.
I genitori di Arturo vivono sempre, ed ora agiatamente, avendo ottenuto dal governo quella pensione che il governo passato ingiustamente aveva loro tolto.
Il cardinale... il feroce tentatore dell'eroina di questa storia, avvilito, scornato corse a Roma a rimorchiare il potere temporale del Papato, che minaccia sfacellarsi ad ogni lieve tocco, e che invano i teneri e zelanti difensori di esso si sbracciano per sorreggerlo e ripararlo. Ma sarà tempo perduto; perlochè le facili credenze, le superstizioni, l'encicliche, le scomuniche ed altre armi spirituali, terribili tanto nel passato, oggi fanno ridere, e nessuno più le teme, o vi bada. Sicchè non resta al papa-re che la rimembranza di quello che il papato fu nel medio evo.
Non debbo tacere un aneddoto al mio lettore, accaduto fra la nostra eroina e il cardinale, prima che si trasferisse nell'eterna città. Questi trovavasi ad un invito in casa del Duca***. Celso e sua moglie erano pure tra gl'invitati.
Il cardinale tostochè riconobbe la signora Maria, si turbò alquanto, ma essa cercando un mezzo per avvicinarsegli, gli disse:
- Signor cardinale! non mi riconoscete?
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