Una quistione che tocca così profondamente le basi d'ogni umana società, e i sentimenti più cari e più legittimi di un consorzio, che vivendo da secoli in mezzo alle società cristiane di tutto il mondo, ne divide le speranze, gli obblighi, i godimenti, i danni, i pericoli, le abnegazioni, non poteva svolgersi fra l'indifferenza della pubblica opinione, una volta cimentata a pronunciarsi coll'opera di pubblici giornali. E se aggiungi a questo, che gli apologisti del ratto di Bologna tutti ad una voce si diedero la mano per disotterrare le più viete dottrine mercè cui si veniva, nel medio evo, a logicamente stabilire il diritto della supremazia della Chiesa sullo Stato, qual meraviglia se tutta la pubblica opinione europea si scuotesse al pericolo di vedere colle armi dello spirito religioso attentare all'ordine pubblico, minare i fondamenti delle moderne istituzioni?
Se dal lato, della sacra Congregazione di Roma si procedette fino ad ora col più rigoroso mistero nel processo, nelle discussioni, ne' decreti, nella loro esecuzione, nessuna sorpresa per chi riflette che negli Stati eminentemente dispotici, l'ignoranza perfetta degli atti che vi si consumano, è l'elemento vitale della loro esistenza. Il sottometterli all'esame delle intelligenze, il somministrare ad esse i mezzi di libera pubblicità, è un turbare la pacifica azione de' governanti, è un cercare imbarazzi fastidiosi, che col procedere del tempo e coll'aumentarne l'influenza e il potere, possono tradursi in atti distruttori di tutto il loro edifizio.
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