Pił tardi la madre si reca a Roma, ivi nol trova; era a cinquanta miglia di distanza, ad Allatri; vi accorre, si reca a casa del Rettore, non lo trova, le porte della chiesa ove fu condotto Edgardo dal Rettore, furono chiuse per lei e per suo marito; attendono nella pił terribile ansia alla finestra dell'albergo, nella strada, contro la porta della chiesa, nol veggono ancora; due gendarmi intimano loro di presentarsi dal governatore; vanno e ricevono col pił duro linguaggio l'ordine che entro due ore dovessero partire senza vedere il figlio. Il popolo di questo villaggio insinuato da ignota influenza, ed avvertito che questi due infelici eransi colą recati per assassinare il piccolo neofita, li minaccia, sono costretti a fuggire col dolore di non poterlo vedere. A Roma pregarono di essere condotti in collegio dopo il suo arrivo da Allatri, e il 22 ottobre vi entravano. Ecco come l'incontro del fanciullo con sua madre dopo la crudele,separazione vien descritto da lei medesima in una lettera diretta ad una sua amica di Bologna.
«Questa mattina andai io e il mio marito ai Catecumeni, trovammo che stava allora arrivando quel Rettore col caro mio figlio di ritorno da Allatri: salimmo e prontamente avevamo tra le braccie il nostro amato Edgardo. Io convulsa e piangente lo baciava e ribaciava ed egli con tutta la effusione mi contraccambiava i baci e gli abbracci; egli tutto infiammato e commosso e lagrimante lottava fra il timore di chi lo domina, e la inalterata figliale sua affezione; ma questa lo vinse, e disse ripetutamente ad alta voce che egli volea tornare co' suoi fratelli, e colle sue sorelle; gli dissi che era nato ebreo come noi, e come noi dovea sempre restare, ed egli rispose, sģ mia cara mamma, io non manco mai di dire il sceman (il credo degli Israeliti) tutti i giorni.
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