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      L'inefficacia dell'altra preveggenza coll'inibizione di tenere al loro servizio persone cristiane, parmi più evidente ancora. È privilegio delle fantesche o dei servi cattolici lo zelo del battezzare clandestinamente bambini ebrei? Quando, nel 1750 in Moravia nel circolo Znein sotto il regime di M. Teresa, furono denunziati alle autorità ecclesiastiche due bambine, figlie dell'ebreo Isacco Landesmann, battezzate clandestinamente, quel battesimo non fu opera d'una gran dama alemanna spinta da religioso zelo?(11) e se il governo illuminato di Maria Teresa non avesse risolutamente resi vani gli sforzi degli esaltati cattolici, la famiglia di quelle due bambine sarebbe stata vittima dello zelo di una servente o di una gran dama? E quando quell'Antonio Viviani, ai tempi di Benedetto XIV accennato dall'Univers, assunse la sacra impresa di recarsi nel Ghetto di Roma per battezzare fanciulli ebrei, giovava allora la prescrizione di non tenere persone cattoliche al loro servizio? Voi direte che l'immediato contato di quelle persone, e le affezioni che nascono sono più facili vie per dar luogo a simili avvenimenti; il sia, ma se quelle preveggenze minorano il pericolo della frequenza dei casi, questo vantaggio compensa proporzionalmente l'odioso di quella prescrizione? Il dicano quelle famiglie romane, che non è molto, furono private delle loro fantesche capadocciane per ordine bruscamente imposto da quella polizia coll'ingiunzione di non mai più provedere persone cristiane al loro servizio.


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Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
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