La beatitudine in cui si trova questo settenne fanciullo; il sovrumano prodigio di zelo e di entusiasmo per una religione benchè nuova per lui, l'ammirazione ridestata in tutti gli alti personaggi della Corte di Roma, dei diplomatici, degli uomini di Stato, quella celeste ispirazione sorta in lui come prodigiosamente per convertire i suoi fratellini, i suoi genitori e tutti della sua razza, non sarìa inaudita crudeltà, mostruoso tradimento disconoscere, e sprezzare col gettarlo nuovamente in mezzo della famiglia giudaica, esporlo alla violenza, e all'apostasia, alla croce, alla tortura della tenerezza materna, e alla severità del padre? queste immanità non sarebbero opere di un secolo abietto e miscredente? Chi potria vedere con ciglio asciutto questo germoglio oscuro di pianta parassita tutto raggiante all'improviso d'una sì splendida aureola di luce, strappato dalle mani del S. Uffizio tolto a così sovrumana beatitudine! e non disse a noi medesimi quell'angelo di pace e di devozione, che se una somigliante sventura lo cogliesse reciterebbe atti cristiani da mane a sera, perchè si conducessero a lui convertiti i suoi fratellini! A tale entusiastico ed eloquente slancio chi potrà resistere, chi non sentirassi astretto non ad un perpetuo silenzio, ma a dedicarsi eroicamente alla difesa della congregazione di Roma, benedire a quelle anime pietose inspiratrici del ratto di questa sovrumana creatura, a baciare le sante mani dei carabinieri di Bologna, che non solo salvarono colla loro opera dalle eterne fiamme un'anima innocente e grande, ma donarono al cattolicismo un figlio dotato di privilegi divini, un miracolo di fede, una speranza di un futuro missionario, atto ad annientare l'eresia colla sua meravigliosa tendenza al proselitismo!
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