II.
RIVISTA DEI GIORNALI
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Il sollevarsi unanime e quasi simultaneo della pubblica opinione d'Europa, compresa d'indignazione ad un avvenimento così repugnante come quello che per ordine delle autorità pontificie accadeva a Bologna colla violenta infrazione de' diritti di famiglia e di coscienza, alle proteste energiche di tutte le comunità israelitiche, ai lamenti compassionevoli dell'infelice padre del giovinetto rapito, alle sue ragioni esposte ai piedi del trono del pontefice, agli uffizi energici e rispettosi di uomini di stato eminenti, alle spontanee suppliche di Società cristiane, alle asserzioni di coscienziosi teologi cattolici che condannano la violenza, e niegano la supremazia della Chiesa sul diritto naturale; la stampa clericale ultramontana e ufficiale di Roma non si commoveva ancora dopo tre mesi dall'avvenimento. Da Brusselles vien narrato il fatto con una corrispondenza da Roma per l'organo del giornale di Brusselles, specie di Univers belga. Ecco in quali termini: «Questo avvenimento che in altri tempi sarebbe passato inosservato, è stato promulgato con grande scalpore dai giornali rivoluzionarii e antireligiosi del Piemonte e d'altri paesi. Questo fatto serve di testo ai loro reclami contro la Santa Sede per essere presentato sotto i colori più sfavorevoli e con le circostanze le più proprie a renderlo odioso. Ecco l'esatta verità sopra un fatto che si è prodotto molte volte nei paesi cattolici, e che si passa ancora in questo momento a Genova senza che ecciti la menoma meraviglia o la più leggera lagnanza da alcuna parte, sia dalle persone interessate, sia da' partiti politici (19).
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