Allora si parla di separare la sovranità temporale dal potere spirituale, non solamente dagl'Italiani, che hanno fatto di questa idea la parola d'ordine dell'indipendenza italiana, ma da' preti medesimi che s'accorgono che il sovrano trae il pontefice nell'abisso; è un predicatore illustre, un vecchio amico di Pio IX che gli grida: Voi perdete il papato per salvare una zolla di terreno; è un ecclesiastico devoto alla santa sede che scrive, per proporre di trasmutare a Gerusalemme la sede del papato: Oh! voi siete sordo a tutte le rimostranze, voi siete nell'impotenza di far ragione ad alcuno dei bisogni i meglio provati dalla coscienza e dalla politica contemporanea; voi vi limitate a ripetere questa parola d'impotenza, che di defezione in defezione, vi ha condotto all'isolamento in cui vi trovate; ebbene sentite quelle voci non più dell'Italia politica solamente, ma la voce dei governi che vi amano, e che vi proteggono, sentite i vostri amici i più devoti, i servitori i più fedeli, che tutti pubblicamente vi gridano sotto tutte le forme, su tutti i toni, dal consiglio diplomatico sino alla supplica paterna. No, un simile stato di cose non può prolungarsi; noi non possiamo sopportare più a lungo tempo una situazione che ferisce tutti i nostri sentimenti, e che minaccia in uno la pace delle coscienze e la sicurezza pubblica d'Europa. Non possumus».
III.
ATTI E DOCUMENTI
----------
I
ISTANZA presentata a S. S. per le mani dell'Em. Card. Antonelliil 27 agosto 1858.
BEATISSIMO PADRE,
Momolo e Marianna coniugi Mortata, modenesi, orbati da oltre due mesi in Bologna del loro figlio Edgardo, come altra volta rappresentarono alla S. V., umiliano nell'annesso Pro-memoria, cui terrà dietro quanto prima un sillabo relativo, le ragioni onde ne implorano la restituzione.
| |
Italiani Pio IX Gerusalemme Italia Europa Marianna Mortata Bologna Edgardo Pro-memoria
|