Voglia la S. V. assumerlo in benigna considerazione, perchè il conforto allo strazio d'una madre non giunga tardo, ed abbia pace l'angoscia d'un padre, che dallo scorcio del p. p. giugno postergava ogni altra cura e da più settimane tratto in Roma, pellegrino del dolore, vi è fatto segno al compianto di tutti.
La vostra parola, Santo Padre, inspirata dalla giustizia della causa degli oratori, consoli i patimenti, ai quali tristamente rispondono i timori e lo spavento di tante famiglie Israelite suddite sempre devote della S. V. Pronunziatela, Beatissimo Padre, pronunziatela agli sconsolati supplicanti, che genuflessi dinanzi al trono della S. V., le virtù onde ha sì gran vanto, adorano e benedicono.
Che della grazia ecc.
II.
Pro-memoria.
Il 24 giugno del corrente anno, 1858, in Bologna venne strappato a' suoi genitori israeliti il fanciullo Edgardo Mortara, di non ancora anni 7 (allegato N° 1), adducendosi che il medesimo fosse stato battezzato clandestinamente. Il desolato padre domandò più volte, ma sempre invano, le minute circostanze del fatto, per cui lo si privava del figlio. Solo dopo varie settimane conobbe per indiretta via, che ad Anna Morisi, già serva di casa, uscì detto, molti mesi addietro, con altra fantesca di avere, ad istigazione di certo sig. Lepori droghiere, battezzato, niuno presente, il bambino Edgardo, caduto sull'età d'un anno gravemente malato, e che un tale discorso ebbe luogo in occasione che essendo per morire altro figlio dei Mortara, veniva la Morisi interessata da quell'altra serva a conferirgli il battesimo, il che essa non volle fare altrimenti.
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