Pagina (100/194)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lo dichiara ancora la tradizione e la perpetua consuetudine della Chiesa stata sempre solita di battezzare i fanciulli ancor bambini, e non mai contraddetta neppure da Calvino e Lutero suoi capitalissimi nemici. La corroborarono coll'asserire infondersi allora da Dio nei bambini tanto uso di ragione quanto basta a poter per allora udire l'istruzione della Chiesa ed eccitare l'atto di fede, in che ripongono tutta la sostanza del sacramento. Finalmente lo dichiara la ragione che è questa: Tutti i bambini, di qualsivoglia condizione, sono già capaci del regno dei cieli, per bocca dello stesso Salvatore, il quale (dice S. Matteo al capitolo 19) Sinite parvulos venire ad me. Dunque sono eglino ancora capaci del battesimo che ne è la porta. Nè importa punto che non siano i bambini capaci dell'istruzione che per precetto di Gesù Cristo s'ha da premettersi al battesimo. Docete omnes gentes baptizantes eos (S. Matteo 28, v. 19). Imperocchè ciò non abbia da intendersi solamente degli adulti, lo spiegano appresso il cardinale Belarmino, Dionisio, Cipriano, Agostino, ed altri santissimi padri.
      S'ingannò però Tertulliano, insegnando esser più conveniente che fuori di necessità s'aspetti l'uso della ragione. Imperciocchè non giova forse che si consacrino presso Dio i fanciulli, e che si liberino da ogni colpa e da ogni pena? certo sì. Giustamente dunque il Sacro Concilio di Trento vieta con ispaventevole anatema l'asserire Præstari omitti formularium baptismi, quam eos non actu proprio credentis baptizari in sola fide ecclesiæ etc.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
Atti documenti confutazioni
di
pagine 194

   





Chiesa Calvino Lutero Dio Chiesa Salvatore S. Matteo Sinite Gesù Cristo Belarmino Dionisio Cipriano Agostino Tertulliano Dio Sacro Concilio Trento Præstari