Dato in Roma presso S. Pietro sotto l'anello del pescatore 9 aprile 1539 l'anno V del nostro pontificato, di Lanzano.
Beatissimo padre: Si espone alla S. V. per parte delli devoti oratori, di quello di Salomone, di Isacco, di Gabriello e Bona sua moglie, ebrei abitatori della cittą di Lanzano, che nuovamente nel giorno 23 del presente mese di marzo alcuni abitatori di detta cittą hanno rapito e tolto per forza un certo Anzolo loro figliuolo d'anni sette incirca, non essendo capace e non sanno con che spirito si siano indotti, e l'hanno tenuto ascoso, e quello che č peggio battezzarlo e farlo cristiano violentemente defatto l'hanno battezzato e fatto cristiano.
Ma perchč (padre santo) tale battesimo in un puttino infante di niun giudizio capace, ovvero senza saputa del padre e madre, senza consenso de' suoi prossimi parenti, si crede di niun effetto e niuna religione cristiana lo permetti, «e come si dice» non sappia di ragione imprimerli col carattere, e a misura sia tenuto per gli ordini di sacri cardini, ovvero privilegi ad essi, per tutti i romani pontefici predecessori della S. V. concessi e confermati poter battezzare ovvero far cristiano alcun giudeo per forza, che non sia di etą di discrezione e di giudizio, e senza saputa delli suoi; e gli oratori predetti desiderano sopra le cose premesse, esserle proceduto di opportuno rimedio. Riunirono adunque a piedi della S. V. per nome di essi Gabriello e Bona giugali, umilmente supplicando che al R. vescovo di Lanzano, ovvero al suo vicario generale nelle cose spirituali di quella, ovvero altri preti abitanti in quelle parti, nella dignitą ecclesiastica costituita si degni commettere e comandare che trovata la veritą sommariamente, semplicemente, et depleno, come sarą giusto e conveniente, che il detto Anzolo ebreo, nato dagli oratori padre e madre ebrei, e che senza loro saputa, ovvero senza consenso degli altri suoi prossimi, stato fosse battezzato, ovvero defatto sia per battezzarsi, e detto Anzolo sia talmente putto che in tal battesimo non possa nč abbia potuto di ragione acconsentire, comanda e faccia restituire e consegnare esso Anzolo ad essi oratori, sotto le pene ancora pecuniarie da essere moderate ed applicate ad arbitrio suo et censura ecclesiastica.
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