I.
DIRITTO CANONICO
Veggiamo in primo luogo, se questa legge che prescrive di togliere alle loro famiglie Israelite e infedeli i fanciulli battezzati, è una legge della Chiesa cui non è permesso ad un cattolico rifiutare.
Quali sono i fondamenti di questa legge? Si invoca primieramente il sessantesimo canone del quarto Concilio di Toledo inserito nel diritto canonico; il diritto canonico o Corpus juris canonici è una raccolta voluminosa di regole disciplinarie, di decreti, di decretali, pubblicati in varii tempi, in ogni materia e di cui una buona parte, se io non m'inganno, è caduta in disuso.
L'inserzione d'una legge nel Decreto di Graziano, che forma la prima parte del diritto canonico, non gli dà una più grande autorità(28). Nessuno ha mai preteso che tutte le decisioni ivi contenute fossero definizioni di fede, che tutte le sue prescrizioni non fossero riformabili, e tutte le decretali ivi citate fossero di un'incontestabile autenticità. Questo schiarimento dato, veniamo al Concilio di Toledo, di cui il canone 60° relativo agli Israeliti si trova nella seconda parte del Decreto di Graziano, c. XXVIII, quæst. I. c. XI.
Il Concilio di Toledo fu celebrato nel 633.
Il teologo dell'Univers ci dice che Sisebut re de' Visigoti, avendo fatto una legge per obbligare tutti gli ebrei a ricevere il battesimo, il Concilio giudica questa legge ingiusta, l'annulla e si contenta di mantenere col suo canone 60° il diritto della Chiesa sopra i fanciulli che aveano già ricevuto il battesimo. Ecco il fatto: «Il re Sisebut, racconta Desormeaux nel suo Abrégé chronologique de l'Histoire d'Espagne, pubblica un editto col quale egli condanna a morte gli ebrei che rifiutassero il battesimo.
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