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      «Dappertutto e sempre, dice il teologo dell'Univers, si è creduto che il diritto del padre è subordinato ai diritti della società.... e quanto a più forte ragione, la Chiesa che è tanto al disopra della società temporale quanto questa è al di sopra della famiglia, non dovrà avere il diritto di salvare il figlio, anche quando nel loro accecamento i suoi genitori si oppongono al suo salvamento? (31) (Univers, 21 ottobre).
      Porgiamo attenzione alle parole dal rev. abate de Solesmes: «Dio non può essere contrario a se medesimo» Il diritto posteriore abroga il diritto anteriore. Il diritto superiore rimpiazza il diritto inferiore. Non si tratta di discutere questi aforismi, basta osservare che è con simili argomenti che si sosteneva nel medio evo la supremazia del potere ecclesiastico sopra il potere civile. Si diceva, e non erano i semplici teologi che il dicevano, che la Chiesa avendo il diritto di giudicar le cose spirituali, lo aveva, a più forte ragione, di giudicare le temporali; che un semplice esorcista è al disopra degli imperatori, poichè egli comanda ai demoni.... ecc.(32). Ecco come si ragionava allora, per non dir nulla dell'argomento de' due luminarii, luminare majus et luminare minus, che raffiguravano senza dubbio la subordinazione del potere temporale alla potenza spirituale, e di quello delle due spade che erano in potere di S. Pietro al tempo della Passione, rappresentando evidentemente i due poteri spirituale e temporale riuniti nelle sue mani. Il dotto abate de Solesme non teme di trarre dal suo luminoso principio una conclusione pratica.


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Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
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