Ciascuno di que' poteri è autonomo e indipendente sul suo terreno; se ciascuno di essi agisce ne' suoi limiti, lo scopo ch'essi debbono egualmente prefiggersi, la felicità eterna e temporale degli uomini, sarà ottenuto; giacchè colla loro unione essi procureranno il ben essere della società. Ma se uno di quei poteri soperchia l'altro, le coscienze ne saranno turbate e ferite, e la società sarà gettata nella perturbazione; l'istoria è là per dirlo a tutto il mondo.» (Mandamento dell'arcivescovo H. de' Vicari. Univers, 25 novembre).
Ammettendo dunque che un gran numero di teologi abbiano sostenuto di togliere alle famiglie israelite o infedeli i loro figli battezzati, la loro autorità non varrebbe più i favore di questo sentimento quanto ella non vale in favore del potere diretto o indiretto del sovrano pontefice sopra il temporale de' re, opinione oggi abbandonata da tutti, eccetto forse dal teologo dell'Univers (33).
Non bisogna meravigliarsi che questo scrittore sostenga oggi con tanta sicurezza la superiorità del diritto ecclesiastico sul diritto del padre di famiglia. Non ha guari in un libro che ha per titolo: La Chiesa e lo Stato egli ha sostenuto, non come una semplice opinione, ma come una dottrina universalmente ricevuta, come il sentimento universale della Chiesa, quella che stabilisce il potere indiretto sopra il potere temporale de' re. Egli conveniva anche che la Chiesa non aveva giammai definito questa dottrina come un domma di fede; «ma, soggiunge egli, basta ciò perchè si possa tener buono ai gallicani il privilegio che si rifiuta ai protestanti, di seguire il loro sentimento particolare a preferenza del sentimento della Chiesa., nell'interpretazione de' libri santi e de' monumenti della tradizione, e l'obbligo di sottomettersi alle dottrine universalmente ricevute?
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