Pagina (139/194)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma egli si crede così sicuro del suo principio d'interpretazione, ch'egli pretende fino che il diritto del sovrano Pontefice nel fatto Mortara sarebbe sempre ugualmente incontestabile, «quand'anche nessuna legge ecclesiastica non avesse determinato la condotta da tenersi in tali circostanze, e che l'abrogazione della legge esistente non distruggerebbe nè il suo diritto, nè il suo dovere». Per far vedere la differenza radicale che esiste tra l'interpretazione d'una legge, e la derogazione a questa medesima legge, basta il definire bene quelle due parole, ciò che il teologo dell'Univers si è ben astenuto di fare, giacchè egli avrebbe visto cadere il suo sofisma. Interpretare una legge vuol dire svilupparne il senso, farne vedere le applicazioni, spiegare ciò ch'ella può avere d'oscuro e d'ambiguo. Derogare una legge, è modificarla, cangiarla, staccarsene, farvi qualche cosa di contrario. Si scorge dunque la differenza: ne segue da ciò che un dottore particolare, una autorità inferiore può interpretare la legge, mentre che il legislatore solo può derogarla. Prendiamo per esempio una legge ecclesiastica, la legge d'astinenza, che è una legge generale della Chiesa. Un semplice teologo, un vescovo, un concilio particolare possono interpretare la legge dell'astinenza o del digiuno, vale a dire spiegare in qual maniera ella debba osservarsi, in qual caso ella obbliga o non obbliga punto; essi non possono derogarvi, vale a dire cangiarla o sospenderla più o meno. Nell'ordine civile i giureconsulti nelle loro allegazioni, i tribunali co' loro decreti interpretano la legge, essi non possono modificarla, o di dispensare alcuno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
Atti documenti confutazioni
di
pagine 194

   





Pontefice Mortara Univers Chiesa