Ma, voi dite, non leggiamo noi in s. Matteo cap. 10, v, 34 e 35; «Non pensate che io sia venuto ad apportarvi la pace sulla terra, io non sono venuto ad apportare la pace ma la spada, io son venuto a separare l'uomo da suo padre, e il figlio da sua madre». Senza dubbio, queste parole son parole di Cristo. Ma qual ne è il senso? qual è questa spada, questa guerra che Gesù Cristo è venuto ad apportare sulla terra? è la spada della fede, e non quella degli uomini armati; è una guerra tutta spirituale e tutta interna; è la guerra alle nostre malvagie tendenze, alle inclinazioni sregolate della natura, e non la guerra civile! Quali sono quelle separazioni di cui egli parla? sono delle separazioni tutte volontarie, frutto della persuasione e della buona volontà, e che non hanno alcun bisogno del ricorso al braccio secolare. È la separazione di un settario del paganesimo che convertendosi alla fede cristiana cambia di vita, di credenza, di religione, e sopra tutti quei punti si separa da' suoi vicini e dalla società, in mezzo della quale egli vivea; è la separazione di un cristiano che si allontana dal mondo e si ritira in qualche tebaide per seguire una vita più perfetta; quella di un figlio di famiglia che rinuncia ai vantaggi del mondo e della fortuna, per rivolgere le sue cure alla salute delle anime e alla gloria di Dio, per andare, forse, a portare sopra qualche spiaggia lontana la buona novella dell'Evangelo! E voi paragonate quelle separazioni tutte spontanee, perfettamente libere, senza l'apparenza minima di una violenza esterna, voi le paragonate con la separazione violenta di Bologna?
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