Lo scrittore della Civiltà, adduce bene qualche argomento; ma alla maniera con che egli li propone non sembra averne gran confidenza: «La legge, dice egli, ordina di sottrarre ad un padre snaturato il suo figlio. Perchè sarebbe egli ingiusto di fare per la vita eterna di una creatura umana ciò che puossi fare giustissimamente per la sua vita temporale?» Perchè? perchè Dio non l'ha regolato così. -«La Chiesa non deve mettere tutto in opera per assicurare l'educazione cristiana di un fanciullo battezzato? è questo dovere supposto, come non avrebbe ella il diritto di fare ciò che è indispensabile per compierlo?» La Chiesa ha il diritto di tutto fare per compiere questo dovere, eccetto quello d'infrangere la legge naturale, perchè è tal cosa che la Chiesa non può fare giammai.
Infine questo scrittore ci oppone l'argomento della paternità spirituale di cui parla pure l'Univers; «Sarebbe ben strano, esclama egli, sarebbe stranissimo che questa paternità d'un ordine così elevato non la vincesse sopra la paternità naturale. Quelle due paternità trovandosi in opposizione formale, e i diritti di quegli che dà la vita mortale non potendo conciliarsi coi diritti di chi rigenera per il cielo non ci vuole che un grano di fede e di senso comune per decidere quale debba prevalere. Il diritto naturale non è punto violato, è eliso da altro smisuratamente pia poderoso». Questi sono argomenti all'uso dei dottori d'oltremonte. L'ordine temporale deve cedere all'ordine spirituale, la paternità soprannaturale deve prevalere sulla paternità naturale, e il papa ha il diritto di togliere al principe la sua corona, e al padre i suoi figli quando l'interesse della religione il chiegga.
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