Non ci vuole che un fil di fede e di senso comune per veder tutto ciò chiaro come la luce del giorno. Aggiungiamo che questo argomento della paternità spirituale, è assolutamente quello della superiorità del potere spirituale sul potere temporale, che si voleva allora concludere e far prevalere. Ecco presso Fénélon come ragionavano i dottori ultramontani del medio evo: «Gesù Cristo è il principe dei re della terra, il re dei re e il signore dei signori; il papa è il vicario di Gesù Cristo sopra la terra, dunque egli può come rappresentante di Gesù Cristo comandare ai re».
Chi non vede nel caso presente, fin dove andrebbe questo preteso diritto di paternità spirituale? Il papa è il padre spirituale non solamente de' figli ebrei battezzati, ma senza dubbio di tutti i fanciulli che hanno ricevuto il battesimo. Il suo diritto dovrebbe dunque prevalere sopra quello di tutti i padri di famiglia. Non insistiamo di più.
Ciò che noi non possiamo soprattutto lasciar correre all'autore italiano è ch'egli pretende non vedere nell'universale disapprovazione che si è innalzata contro il ratto di Bologna altra cosa che una commedia, o una tragedia recitata dall'Europa filantropica e umanitaria. Bisogna mettere questo passo sotto gli occhi del lettore.
«Non sappiamo bene se la commedia o la tragedia che si sta giuocando dall'Europa filantropica e umanitaria commossa fin nelle viscere all'immane e miserando spettacolo di un bambino di razza giudaica il quale, divenuto cristiano, è messo in un collegio cristiano dal santo padre.
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