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      Egli medesimo il piccolo Edgardo ci contava poche sere sono, come in quel giorno stesso la madre abbracciandolo gli avea strappato di petto la medaglia della B. Vergine, dicendogli: «Tu sei Ebreo ed Ebreo devi morire», ed io, ripigliava il bimbo, io per rispetto ho taciuto; ma quante volte essa mei diceva, e tante io ripeteva in cuor mio: io sono Cristiano per grazia di Dio, e Cristiano voglio morire. Talmente che nel presente caso fanno a fidanza coll'altrui imperizia quei che propongono la tesi in questi termini: si deve il figlio rendere al padre che lo domanda? In questa generalità di termini, la risposta non può essere dubbia, anzi vi dirà che non pare si deve rendere, ma che non si dovea togliere. Pure la quistione non è quella; la tesi si dee proporre in questi termini: al padre ebreo si dee rendere il figlio cristiano, sì che quegli possa liberamente abusare della paterna autorità, per farne un apostata? Posta così la quistione, egli basta il senso comune ed un poco di fede soprannaturale per rispondere che non si può, non si deve, e sarebbe crudeltà inumana il farlo, massime quando il figlio medesimo ha discernimento che basti a conoscere il pericolo, ed implora presidio e schermo contro di quello. Che se quell'autorità è conferita dalla natura al padre non a profitto di lui, ma a bene del figlio; come vi può venire in capo che se ne debba a lui lasciare intero l'esercizio, quando è quasi certo che questo tornerà non a bene, ma a suprema ruina del figlio? E non dispone la legge civile che al padre snaturato e micidiale si sottragga il figlio per assicurarne la vita?


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Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
Atti documenti confutazioni
di
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