Il loro Cristianesimo è obliterato, resta nullo, in quanto la ragione formale della Fede, la quale ragione per tutti i dommi è la stessa, non permette rigettarne uno, senza rigettarne alla stess'ora tutti gli altri, siccome creduti per fede, intendiamo; chè per naturale discorso niuno vieta che altri ne ritenga quella parte che più gli talenta. E questa appunto è la nostra ipotesi, nella quale supponiamo che gli opponenti abbiano ragione delle loro meraviglie, solo perchè non ci credono, alla maniera appunto che interverrebbe ad un Ebreo, ad un Pagano, ad un Maomettano. Ma allora se da una parte gli compatiamo, potremmo dall'altra chiedere da essi a tutto diritto che smettano quell'altezzoso sussiego, onde ci parlano del loro Cristianesimo, della civiltà cristiana, della missione incivilitrice di Cristo e di non sappiamo che altre lustre, onde è oggi di moda camuffare un razionalismo ignorante e superbo. Il giornale dei Débats c'invita a considerare la quistione au point de vue Juif; e noi, senza farci pregare, gli concediamo che a quel punto di vista, il Battesimo è una vanità ed una commedia: e bene sta. Ma allora chiediamo noi; con quale diritto volete voi imporre codesta vostra opinione a tutto il Cristianesimo, obbligandolo ad operare in conformità di quella, quasi il Battesimo fosse appunto una vanità ed una commedia? Se la graziosa regina d'Inghilterra nel suo Consiglio reale, in occasione dell'affare del signor Graham, definì che il Battesimo non avea alcun effetto, e la Chiesa stabilita aggiunse senza zittire quell'articolo ai trentanove comandati già dalla vergine Lisabetta: tal sia di lei.
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