Fin qui, come il lettore avrà potuto osservare, noi ci siamo ristretti a discorrere cogli scredenti di ogni ragione, che non riconoscono nessuna efficacia nel lavacro battesimale; ed abbiamo mostrato che se essi nell'affare del piccolo neofito hanno il diritto di non capirne le cagioni, non hanno nessun diritto d'imporre al Cristianesimo l'operare secondo la cecità ed ignoranza loro, e molto meno hanno il diritto di lamentarsi della paterna autorità violata. E qui potremmo fermarci. Nondimeno abbiamo ragione di credere che molti Cattolici, benchè non osino riprovare il fatto apertamente, non se ne sanno rendere una piena ragione, vi veggono addensate attorno non so che nebbie e, mentre par loro vedervi qualche sconcio in detrimento della paterna autorità, temono conseguenze ruinose pei diritti della gente giudaica. A tutte queste apprensioni e paure noi ci studieremo di satisfare qui appresso.
VII.
I Cattolici non possono che cercare la verità del seguìto Battesimo
Fin qui,oltre all'esposizione del fatto, ne discorremmo non certo supponendo di parlare con increduli od infedeli, quali per fermo non sono i nostri lettori; sì veramente parlammo di ciò che gl'increduli e gl'infedeli ne hanno pensato e detto, e chi sa per quant'altro tempo seguiteranno a sfringuellarne. E, se il veder nostro non erra, ci pare di aver mostrato fino alla evidenza che, se essi nella loro ignoranza possono trovare una scusa dei falsi giudizii che recano intorno al fatto, non possono in nessuna maniera trovarvi un diritto a pretendere che il Cristianesimo modifichi la sua legislazione, secondo la loro infedeltà e miscredenza.
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