Ma oltrechè di questi medesimi il Pontefice Benedetto XIV insegnò, essi parlare della licitezza e non della validità; eziandio ammettendo che intendessero di questa seconda, che ne vorreste concludere, se il ciel vi salvi? E staremmo freschi se bastasse la opinione di due o tre dottori privati, e quella neppur sicura, per metterci in forse sopra gli insegnamenti e le pratiche della Chiesa! Che se quelle due o tre supposte autorità sembrano agli oppositori la così gran cosa, perchè non dovremo noi tenere per tanto maggiori, non che le venti e le trenta, ma le dugento e le trecento, e di dottori di ben altro polso che non sono i primi? Nel resto per noi Cattolici non sono i dottori che propriamente fanno autorità divina, ma è la Chiesa; e quelli in tanto hanno peso sulle nostre bilance, in quanto sono conformi alle dottrine di questa.
VIII.
Consenso dei genitori nel Battesimo espresso dai padrini.
Una delle cose meno misere che il Débats ha registrato nei suoi fogli in questo tafferuglio giornalistico pel piccolo neofito, è il concludere, che egli fa, il bisogno del consenso paterno alla validità del Battesimo da questo, che nell'amministrazione di esso la Chiesa lo fa chiedere a nome dell'infante dai padrini, i quali veramente rappresentano i genitori del battezzando. Questa è obbiezione che onora grandemente l'acume ed il valore teologico del Débats, e la quale noi abbiamo intesa muovere più volte dai fanciulli, a cui s'insegnava il Catechismo. E la risposta da darsi a quel magno giornale non può essere diversa dalla data ai fanciulli che imparano il Catechismo; che cioè i riti, onde col processo del tempo è stata circondata l'amministrazione di quel Sacramento, non ne costituiscono l'essenza, la quale rimane intera, efficace e validissima, quando pure tutti quei riti si trasandassero per necessità, e sia pure per oscitanza e per colpa.
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