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      S'era messo un freddo da lupo. La pioggia mutata in nevischio, cadeva a spruzzoli sodi e minuti, brizzolando qua e là il bruno selciato della via.
      Il professore, non appena si fu seduto in carrozza, trasse di tasca il fazzoletto con un tacito e arguto sorriso, e piegatolo diagonalmente sulle ginocchia si volse all'altro e gli disse:
      - Dunque bisogna che ella mi faccia il nodo.
      - Se lei non pigliasse la cosa con tanta disinvoltura, - osservò il suo compagno di viaggio, prendendo nelle mani i due capi del fazzoletto - io sarei in obbligo di chiederle mille scuse.
      - Non val la pena per cosí poco; - sclamò il professore - La stringa un po' di piú... un po' ancora...
      E quando si sentí annodato a dovere il fazzoletto sugli occhi, sdraiandosi filosoficamente nel suo angolo, sclamò con un piccolo scoppio di riso:
      - Ora sfido a vederci.
      E qui, consigliati dalla voluttuosa sensazione che si prova ad essere trasportati velocemente in carrozza, e dalla fatica che avrebbero dovuto fare per udirsi, col rumore delle ruote sul lastrico, fecero silenzio.
     
      Si andava sempre con una velocità spaventosa.
      Il professore - quantunque non avesse sviluppato in ispecial modo il bernoccolo della curiosità - pure non potea sottrarsi a quella legge inevitabile dell'umana natura, che un filosofo scolpí nell'aforismo nititur in vetitum, e che fu causa - dicono - del peccato di Eva.
      Perciò - fin dal primo partir della carrozza, avendo seguito colla memore immaginativa la strada ch'essa teneva, per indovinarne, quasi suo malgrado, la direzione - dalle frequenti svoltate a sinistra fu tratto ad arguire che si dovesse andar fuori da porta Comasina.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





Eva Comasina