.. e abitata da una donna.
Una lucerna, posata su una consòle, la illuminava per metà. Nella penombra prodotta da un paralume, il professore vide un letto a sopracielo cortinato e capí tosto che la creatura a cui egli veniva a recar gli aiuti della sua scienza era là.
Una veste da camera femminile foderata di martora bionda stava rovesciata sul dossale d'una sedia a bracciuoli accanto al letto, e sul tavolino da notte vide, insieme ad un servizio di cristallo turchino, alcuni libri, un braccialetto, e un cestello da ricamo.
Il giovine che precedeva il professore, giunto al letto, ne rimosse le cortine e si curvò a parlare con alcuno che vi stava celato di dietro.
Detta qualche parola sottovoce si volse al professore che s'era fermato qualche passo indietro e gli fe' cenno di venir innanzi.
Allora questi dato un passo vide sdraiata in quel letto... col volto coperto da una maschera... una donna... che gemeva sommessamente.
Tre ore dopo quella camera poco prima cosí silenziosa echeggiava dei vagiti di una creaturina... venuta a questo mondo a godere o a soffrire.
La madre era fuori di pericolo.
Il professore guardò l'orologio. Erano le sei del mattino
Le sei del mattino del giorno 16 dicembre 1829.
CAPITOLO PRIMO
LA COMPAGNIA BRUSCA
In quegli anni di quiete torbida e desolata che succedette ai disastrosi tentativi d'indipendenza che furono oppressi a Custoza e a Novara, quindi a Venezia ed a Roma, c'era a Milano una certa compagnia di giovani tra i 20 e i 30 anni, la quale nel quartiere dove teneva la sua principal residenza era chiamata - quasi per antonomasia - la Compagnia brusca, e con questo qualificativo stava registrata perfino nel libraccio nero di chi sapeva o avrebbe dovuto saper tutto.
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Custoza Novara Venezia Roma Milano Compagnia
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