.. i quali, dacché nel 48 avevano veduto aprirsi il cielo, non potevano rassegnarsi a rivivere tranquillamente nel vuoto e nella noia della schiavitú lombarda.
Emilio si fermò ad ascoltare il diverbio fra que' due uccelli di rapina e il suo amico Alfredo Gastoni, e vide che con un far minaccioso gli si stringevano alla vita.
In caffè non c'era piú altr'anima viva, che qualche fattorino addormentato sul sedile lungo il muro. Gli avventori erano stati chiamati nella sala superiore dalla fama di un famoso banco di macao, di cui non s'aveva avuto memoria da un pezzo.
Il giovine con cui l'avevano que' due mascalzoni, premendogli di andar a giuocare, né volendo star a litigio in un caffè, trasse, come si usa, il portafogli, e disse:
- Or non ho tempo di ascoltare le loro signorie; però questo è il mio biglietto di visita.
- Che biglietto! Non so che farne del suo biglietto! - disse con voce rauca uno di quei due, dando una manata sotto la destra di Gastoni, e facendo saltar in aria il portafogli.
Gastoni si curvò per rilevarlo... Ma prima che il portafogli toccasse terra, Emilio s'era slanciato contro il mascalzone, e gli aveva lasciato andare in viso un potentissimo pugno.
Ne seguí un piccolo parapiglia. I fattorini del caffè s'interposero, e fecero uscir i due ribaldi che s'allontanarono minacciando vendetta.
Gastoni, dal canto suo, ridendo a piena gola di quel pugno cosí ben dato, prese a braccio Emilio e lo trascinò verso la scala che mette alla sala da giuoco.
- Hai molti denari da perdere?
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Alfredo Gastoni Gastoni Emilio Emilio
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