Cinque minuti dopo essa smontava alla porta di Emilio e diceva al cocchiere di star ad aspettarla.
Era sull'imbrunire. Entrando nell'anticamera di Emilio udí nella sua stanza da letto un rumore di voci. Non ci badò, non rifletté un istante, come se non avesse mai pensato a riputazione, come se poco prima non avesse provato quale sgomento fosse per lei il pensare che suo marito sapesse tutto.
Entrò.
La camera era buia per lei che veniva dal di fuori.
Udí solo il rumore di due persone che si levavano da sedere; ma non le vide, né si curò di vederle. I suoi occhi stavano avidamente fissati su un punto solo... sul guanciale del letto di Emilio.
Noemi vi si accostò, e stava appunto per curvarsi sulla bruna testa, che ella aveva già veduto spiccar sul bianco origliere, quando sentí una voce senile pronunciare a bassa voce queste parole:
- Signora, la prego... non lo svegli.
Noemi si volse e vide, attraverso lo spesso velo che le copriva il volto, un vecchio venerabile dalla fisonomia dolce e buona che le additava Emilio che dormiva.
- C'è pericolo? - gli chiese Noemi, ritirandosi un passo indietro.
- Tutt'altro, - rispose il vecchio - ma ha bisogno di riposo. Erano trentasei ore che non dormiva. Questo povero giovine ha dei dispiaceri segreti e cerca di stordirsi... se non altro durante il sonno lo lasceranno quieto.
- E la ferita? - replicò Noemi.
- Non c'è ferita; fu un colpo di bastone sulla testa e uno nel petto che lo tramortirono senza recargli gran danno. Domani potrà levarsi piú sano di noi.
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