- Perché?
- Perché non so; ma se si tenta soltanto di dar alla pollaiuola un centesimo meno del cappon nero, il filtro non riesce a far innamorare nessuno.
- Ebbene, e poi?
- E poi ho comperato una dozzina di carte da spilli per mettere in fusione col cuore del cappon nero nello spirito di vino e canfora... e il resto che sai...
- Va bene e poi?
- Vi aggiunsi anche una ciocca dei suoi capelli che gli ho recisa una notte mentre dormiva dalla parte del cuore.
- È indispensabile? - chiese la Gigia.
- Sicuro.
- Ma gli è che Emilio credo che non dorma mai dalla parte del cuore.
- È segno che ne ha un'altra; - disse Teresa.
- Lo so... una donna maritata... ma penserò ben io a sbrigargliela d'attorno.
- ... E cosí - disse Teodoro - potremmo ottenere l'emancipazione della donna richiesta or ora da Teresa...
- ... E s'è accoppato? - chiese Niso a Gustavo levandosi da mensa.
- Pur troppo!
- Che cosa aveva?
- Che cos'avesse non so; ma una sera pensò bene di gettarsi dalla finestra del terzo piano e di sfracellarsi la testa sul lastrico della via...
- Chi era?
- Temistocle... un certo Temistocle - rispose Gustavo - un giovine che sarebbe stato degno di far l'ottavo... fra cotanto senno.
E mostrò a Niso i compagni ch'erano tutti ubbriachi.
- Ebbene raccontami la storia di Temistocle. S'egli s'è gettato dalla finestra è degno di essere rammentato negli annali della scapigliatura.
Si sedettero su un sofà e in mezzo al frastuono che li circondava Gustavo cominciò:
- Quand'io lo conobbi la prima volta, correva rigido il gennaio del mille ottocento quarantasette; ei se ne stava sdraiato, avvolto nel suo plaid a scaccato bianco e nero, e leggeva la Bibbia del Diodati.
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