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      Chi non conosce la proverbiale manovra dell'accompagnar a casa le fanciulle che vanno sole per la via?
      Un giovinetto appena scappato dal collegio, che ha avuto il permesso da papà di uscir solo di casa, allo svoltar della via s'abbatte in una ragazza, sola, graziosa, colla sua mantiglietta di seta raccolta sul seno, un sospetto di crinolino sotto la gonna, e un cappello che raccoglie nel suo curvo grembo un visino sentimentale composto: da un tuppé di capelli biondi o neri; una fronte leggermente convessa, sotto alla quale splendono due occhi piú furbi che grandi, piú tenuti in freno che per natura modesti; da un nasino schietto con due narici rosee, aperte, palpitanti - non di attualità - che si direbbe fiutino l'amore, e spirino la voluttà; e finalmente da una bocca con due labbra d'un colore piú vivo di quello d'un midollone di cocomero venduto alla prova.
      Vedendola il giovinetto si ferma sui due piedi e mormora: com'è bella! Essa gli passa rasente senza lasciargli capire d'essersi accorta menomamente di quell'ammirazione, poi va a cercar nella via dove c'è dell'umido per aver il pretesto di sollevare il lembo della gonna; e cosí, in punta di piedi, dondolandosi leggermente sulle anche attraversa la strada.
      Il giovinetto senz'avvedersene comincia a tenerle dietro. Ella colla coda dell'occhio ha già veduta la di lui ombra mettersi sulle sue peste, sorride e si prepara all'abbordaggio.
      I lumai sono in volta; suona l'avemaria. Il giovinetto si porta al fianco della fanciulla - fiorista, o crestaia, o cucitrice o modella?


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243