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      Co' suoi compagni ei parlava della Gigia come d'un cagnolino fedele, pel quale un uomo avrebbe vergogna a confessare molto interessamento. I sei amici dopo averla conosciuta, avean preso tutti ad amarla come una sorella. Di quando in quando or l'uno or l'altro andavano a trovarla nella sua stanza a quinto piano. Perché ci andavano? Non lo sapevano; ma è pur vero che non era loro dato di passare dalla porta di lei senza montare a salutarla, quando s'immaginavano che la fosse in casa. Essa li riceveva con una cosí cordiale e gioconda serenità, e li intratteneva con una tale inconscia poesia del suo grande amore per l'Emilio, che tutti, partendo di là, si sentivano rinfrescato il cuore, e migliori di prima.
      Ma era poi venuto il giorno in cui Emilio - presentato in casa della Firmiani - vi aveva trovato Noemi. Allora la Gigia aveva cominciato ad essere trascurata da lui. Nessuno però le aveva mai detto parola della sua rivale. Ma, com'ella era venuta a sapere che Emilio frequentava la casa d'una contessa Cristina Firmiani, s'era ingelosita di costei. Tanto piú quando un giorno - una settimana prima di quello in cui la troviamo a cena - vide appunto la contessa venire dalla Chaillon a comandare un cappello, pregandola che le fosse mandata a casa la Gigia per provarlo.
     
      Erano in questo stato le cose allorché ella fu condotta da Emilio al Rebecchino dove vi trovò la Teresa - ch'ella conosceva già come amante di Teodoro, - la quale le disse non solo dell'infedeltà del suo Emilio, ma anche di sapere il nome della sua rivale.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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