In quei tre anni, con varii colpi di mano, aveva guadagnato alla Borsa piú di duecento mila lire... Per un Dal Poggio c'era bene di che trascurare, non una, ma cento mogli.
Nella notte sognò che Noemi gli era stata infedele, e si alzò colle lune a rovescio. Volendo pure cavarsi dal capo tale molestia, sdegnando di parlarne francamente a sua moglie, stabilí di andar da Cristina, dalla quale sperava di essere pienamente rassicurato. Pensò di parlarle con tutto riserbo, e in modo - credeva il dabben'uomo - ch'ella non dovesse avvedersi di nulla. E siccome egli andava assai di rado da Cristina, cercò un pretesto per farle visita senza destarle sospetto; e il pretesto lo trovò subito in non so qual affare in cui c'entrava Girolamino. Aspettò l'ora in cui sapeva di certo che Girolamino non era in casa, poi vi andò.
- C'è Firmiani? - chiese egli entrando dal portinaio.
- Il conte Gerolamo? No signore; è uscito or ora dopo pranzo.
- E la contessa?
- La contessa Cristina è in casa.
- Allora andrò da lei.
Montò le scale e:
- C'è il conte? - chiese di nuovo al servo che venne ad aprirgli, quasi volesse constatare che egli non veniva che per lui.
- No signore.
- E Cristina?
- È in casa.
- È sola?
- Sí signore. Credo che sia nella sua camera da letto.
- Ebbene avvisala che, giacché non ho trovato suo marito, sono qui per salutarla.
E senza neppur cavarsi il soprabito s'avviò verso la sala di ricevimento.
C'è un proverbio, o per meglio dire un adagio che suona: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Io credo che si possa soggiungere con uguale fortuna: dimmi come abiti, e ti dirò quanto vali.
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