Noemi era da tanto tempo assuefatta a non udire da suo marito espressioni di cortesia, neppur in isbaglio, che quelle parole la fecero stupire.
- Ti ringrazio; - rispose ella; e nel tuono di sua voce, quantunque gentile, si sarebbe detto ch'ella volesse mostrare di non dar importanza né a ciò che aveva detto suo marito né al proprio ringraziamento.
Il Dal Poggio era l'uomo meno indagatore che la provvidenza avesse posto al mondo. Nulladimeno, da quella fredda inflessione di voce, con cui Noemi aveva pronunciato il "ti ringrazio" fu colpito. Il buon uomo si aspettava maggiore riconoscenza nella voce di sua moglie.
- Che cosa leggi di bello? - chiese egli prendendo in mano il volume che Noemi aveva posato sul piano del franklin, e leggendone il titolo sulla coperta - Questo è un romanzo...! - sclamò con voce sdegnosa - Ma non ti avevo pregata di non leggere questa sorta di libri?
Noemi godendo di stornar l'attenzione di suo marito... forse da altre idee, pensò di entrare in discussione, e rispose con una franchezza insolita:
- Mio caro Emanuele, io ho sempre creduto che t'intendessi di parlare dei romanzi cattivi e sopratutto dei romanzi francesi. Quello che hai in mano m'hanno detto invece che è buono, ed è, come puoi vedere tu stesso, italiano.
- Io non ho mai detto questo; - sclamò il Dal Poggio - per me, italiano o francese poco importa; e, quanto al buono od al cattivo, non so che cosa tu voglia dire; il romanzo per sé stesso non può essere che un libro cattivo.
- Ma tu non parli sul serio, Emanuele.
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