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      - Che cosa c'è? - chiese ella strisciando sull'ultima sillaba, e allungando il collo verso Fanfirla, cogli occhi biechi - Che cosa c'è?
      - C'è che, se non la finisci di ammiccare col guerrier d'acqua io comincio a sonar la solfa, io comincio.
      - Sonar la solfa a me? Sonar la solfa a me? Pover'uomo!
      - Te lo darò io il pover'uomo se non smetti.
      - Ma pròvati un po', se sei da tanto; pròvati un po'...
      - Ch'io mi provi, scappata dalle forche? - disse Fanfirla - Volta un po' ancora il luminoso al guerrier d'acqua; vedrai se mi provo.
      La ragazza volse lentamente il capo verso il banco dell'oste, e fissò amorosamente il pompiere, che intascato il resto, stava per andarsene.
      - Ah! malnata, strega, sgualdrina; - borbottò fra' denti Fanfirla: e di simili improperii ne infilzò un'altra mezza dozzina - vedrai se mi provo... vedrai, - seguitava dimenandosi nei panni aspettando che il pompiere se ne andasse - vedrai se mi provo.
      E non appena l'uscio della bettola si fu chiuso dietro a colui, che avventarsi contro la ragazza e scrosciar la tempesta fu un punto solo.
      La Pendolina si curvò sotto i pugni senza far atto di difesa o di dolore. Si sarebbe anzi detto che un sorriso di intima soddisfazione le avesse allegrata la faccia al cominciare di quella dirotta. Ma come poi Fanfirla seguitava con una certa insistenza indiscreta, la ragazza pensò di spiegar anch'essa le unghie e, alzate le mani, lo graffiò sul viso.
      A quel segno di rivolta il monello perdette il lume degli occhi.
      - Ah sí?! - gridò ferocemente - piglia, piglia, piglia, infame, strega, assassina.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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