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Quel piano pazzo fu attraversato dall'insistente opposizione del partito indipendente "che non cessava di far rimostranze su quella dissennata smania di venir al sangue a condizioni immature di eventi europei.
Mazzini invece persisteva nel suo proposito... Volle quindi affidarsi all'azione popolare, che, agenti, o esaltati, o di malafede, o ignoranti, gli magnificavano in proporzioni smisurate e impazienti di ritegno.
Questo elemento infatti, piú che in ogni altra città d'Italia, esisteva in Milano, svegliato, ardito, capace di eroiche virtú; ma non andava scompagnato da quella inettitudine in cose di politica e insieme da quella presunzione, che sono le compagne inseparabili dell'uomo incolto. Adoperati con prudenza e tatto, e guidati dall'intelligenza, potevano quei buoni popolani render grandi servigi. Ma le favolose enormezze di certi capi-popolo, per smania di far numero e rendersi accetti a Mazzini, avendo sollevato dal fango della società tutto quanto di piú abbietto, di piú lurido, di piú infame esiste nel trivio, trasformarono quella congrega popolana in una masnada di uomini perduti, sitibondi di oro e di disordine, e non d'altro impazienti che della strage e del bottino.
Tutte le piú orribili passioni vennero alla luce senza maschera e senza ritegno. A poco a poco i capi trovaronsi, con indicibile sgomento, posti per forza in contatto con uomini coperti di delitti, avanzi di galera, o astuti colpevoli sottrattisi alla ricerca della giustizia. In possesso dei segreti dell'associazione, questi ribaldi si cacciavano per ogni dove, inseguivano pertinacemente, cercavano scoprire i nomi di tutti i cospiratori di civil condizione, per aver nelle mani vasta materia alla delazione; poi sfrontatamente gettavano in faccia il dilemma: oro a noi o forca a voi.
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