Mesto il viso e l'occhio come chi ha sofferto moralmente assai. La statura alta; l'andare, per la sua età, agile ancora; la barba e i capelli bianchissimi.
Una di quelle teste che vedute una volta non si dimenticano facilmente.
Dopo aver data al giovane una stretta di mano e d'avergli detto:
- Buon giorno, Emilio; - s'avviò verso la stanza da letto, e, senza togliersi il cappello di testa, si sedette nella sedia preparata per Noemi.
- Quanto tempo che non vi vedo, caro tutore; - disse Emilio sedendosi in proda al letto a lui dicontro.
- Io t'ho aspettato a Natale laggiú, ma invano.
- È vero; - sclamò Emilio - ma se sapeste quante cose avevo pel capo!
- So; - disse il vecchio con un fine sorriso - Quello che forse tu non sai è che io fui a Milano anche lunedí scorso, e che t'ho visitato a letto, dopo quel colpo di bastone che ti levò i sensi.
- Oh sí; - rispose Emilio - l'ho saputo da Gastoni che vi aveva trovato in istrada, poco prima, e che è corso a cercarvi; non è vero?
- Appunto. Il giorno dopo poi, sono ripassato di qua per vedere come stavi, ma tu eri già uscito di casa...
- Ero precisamente venuto all'albergo per farmi vedere e per salutarvi. Non ve l'hanno detto?
- No; se ne saranno dimenticati; ho dovuto partir subito per un affare pressante, che avevo laggiú. E... dimmi un po', quel tuo amico Gastoni ti ha detto anche la ragione per cui ci toccò di andarcene dal tuo letto, prima che tu ti destassi dal sopore?
Emilio arrossí leggermente, e con un sorriso, rispose:
- Mi disse anche questo.
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