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      - Vorresti dirmi almeno perché tu rifiuti cosí energicamente le proposte che farebbero saltar dalla gioia chiunque altri?
      - Perché? - sclamò Emilio animandosi tutto, come un uomo ispirato da un nembo di pensieri - Perché? Oh se sapeste quanti perché ho qui nel cuore! Non potrei dirveli tutti in una volta. La posizione che voi mi offrite non fa per me in nessun modo... Essa è quella d'un uomo contento, ed io non sono contento; essa è quella d'un uomo che non ha nulla nel cuore, ed io l'ho occupato il cuore. E poi, avete voi pensato che un padre non vorrà dare sua figlia a un uomo che non ha mai conosciuto i suoi genitori?... che viene non si sa d'onde? a un figlio di nessuno? E i miei compagni? Che direbbero i miei compagni? Voi sapete bene che io non sono solo a trascinare questa vita! Che direbbero se disertassi cosí il campo dove, poco o tanto, si combatte e si spera, per ritirarmi a vegetare egoisticamente... e a far denari? Qual è il giovane di cuore che vorrebbe mettersi a posto finché dura questo orribile stato di cose? Non è vero che fra un anno, fra due mesi, domani forse, mi toccherebbe di piantar là moglie e banca e interessi e ogni cosa, per correre alla chiamata di Garibaldi, o di chiunque altri promettesse di mandar via questa maledetta canaglia di Tedeschi...?
      - Ah povero Emilio! Tu speri dunque ancora?
      - Ancora? Se spero? Dio santo!! Pensate che ho ventiquattro anni, e che se non sperassi... morirei.
      - Tu sei un bravo giovine, Emilio! - disse il vecchio appoggiando la fronte sulle mani raccolte sul pomo della sua canna - Dio tolga ch'io non riconosca la nobiltà delle tue idee.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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