- sclamò Emilio pieno di pietà e di ammirazione - Ed io sciagurato che ti feci patire anch'io!... Ma perché non mi hai fatto mai parola di queste tue pene?
- Per non darti un dolore inutile. Che vuoi tu? Vicino a te io scordavo ogni cosa. Era cosí breve il tempo di star insieme... Ed ora, ed ora? Oh Emilio!
E si mise a lagrimare tacitamente.
Il giovane la ricinse colle braccia, la strinse con ebbrezza sul cuore, e si pose a baciarla sulla fronte, sulle guancie, sulla bocca, articolando indistinte parole di consolazione, e bevendo con voluttà le lagrime che cadevano dagli occhi di lei...
Quando la ragione tornò a quelle anime addolorate, e pur tanto felici, e la riflessione riprese il suo corso, l'idea dell'avvenire si riaffacciò loro dinanzi piú buia di prima.
- Ascolta, mia Noemi; - disse Emilio a un tratto - credi tu che io ti ami sopra ogni cosa a questo mondo, e che sarei prontissimo a farmi uccidere per renderti contenta?
- Mio Dio! farti uccidere per rendermi contenta?
- Per risparmiarti un affanno?...
Ella gli strinse con forza febbrile la mano che teneva nella sua.
- Ebbene... se tu abbandonassi tuo marito? Se fuggissimo insieme? Tu sei libera; non hai figli... Io penserei bene a difenderti, e ad adorarti... Pensa che giorni!... Andremmo a Lione dove io potrei trovare una splendida posizione... Nessuno piú potrebbe staccarti dalle mie braccia... potremmo amarci per tutta la vita...
Noemi, un po' meravigliata, guardava in viso a Emilio, come se andasse cercandovi la vera intenzione delle sue parole.
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