- Addio, Emilio, addio; è tardi... oh è troppo tardi...
- Noemi... non partire cosí... quando ci rivedremo?
Ella s'arrestò colpita da quella frase.
- Quando? Come saperlo? Chissà che cosa mi accade oggi...! Ho un presentimento funesto... Lasciami andare, Emilio... se appena potrò sarò qui... lasciami andare... dammi tu il coraggio di partire.
- Sí... è vero... va... ascolta... io ti aspetterò tutti i giorni dalle due alle cinque... se non puoi venire scrivimi... o scrivi alla Firmiani che ormai sa tutto. Io andrò tutte le sere da tua cugina;... fa in modo insomma di farmi sapere quando ti potrò rivedere;... non lasciarmi in quest'ansia... e pensa a ciò che ti dissi; pensa che io ti amo, ti amo come un pazzo, sono pronto a metter la mia vita per farti felice.
E strettala un'ultima volta al petto... con un lungo, ineffabile... e quasi doloroso bacio... si lasciarono.
CAPITOLO QUATTORDICESIMO
RIVELAZIONE
Ecco che cosa accadeva intanto in casa di Cristina Firmiani.
Il Dal Poggio, uscito la sera prima dalla camera di Noemi, colle furie della gelosia e dell'orgoglio offeso nel petto, era andato meditando strani progetti per giungere a scoprire fino a che punto sua moglie fosse colpevole. Dopo averne accettati e rifiutati parecchi, uno piú assurdo dell'altro, aveva stabilito di ritornare all'indomani da Cristina, la quale nel congedarlo poco prima gli aveva lasciato accortamente travedere la possibilità di aver dalla Gigia informazioni in proposito. Cristina infatti aspettava verso mezzogiorno sí l'uno che l'altra; da quell'incontro, che doveva parere fortuito ad entrambi, ella si aspettava lo scioglimento della trama infernale che aveva con tanta cura ordita a danno di Noemi; e per trovarsi sola con essi, aveva mandato fuori di casa suo marito Girolamino, con un pretesto.
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